Zamboni appassiona anche i Lions: il noto ricercatore ferrarese ospite del club Ferrara Host

È stata appassionata e appassionante la relazione del professor Paolo Zamboni alla serata d’apertura dell’annata 2011-2012 del Lions Club Ferrara Host. Presentato dal presidente Orazio d’Alessio alle autorità lionistiche, civili e militari, e ai numerosi amici e ospiti che affollavano la sala grande del ristorante “Astra” di Via Aldighieri (addobbata con particolare cura e con sobria eleganza), che ha cercato di presentare in sintesi lo straordinario percorso professionale, il professor Zamboni ha esposto la relazione: “Il caso S.M.: la ricerca medica raccontata come un giallo”.  S.M. è la sclerosi multipla, un serial killer che colpisce una persona ogni quattro minuti nel mondo, che ha degli indiziati, fattori che favoriscono l’azione della S.M., che è riconosciuta oggi come malattia autoimmune: condizioni, le malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario, destinato alla difesa da aggressioni esterne, devia i propri compiti e aggredisce tessuti e strutture dello stesso organismo. Una guerra civile, la patologia autoimmunitaria, in cui il fratello uccide il fratello, e il compagno di scuola uccide il compagno di scuola. Ha ricostruito, Paolo Zamboni, la scena del crimine e ha citato testimoni, come Augusto d’Este: discendente dei Signori di Ferrara, nato in Inghilterra e destinato a diventarne re, il giovane Augusto si ammalò di S.M., e raccontò dal 1822 al 1846 nei Diari i sintomi e l’evoluzione, progressiva e a picchi, della propria malattia. Sovrapponendo i grafici dell’avanzamento dei sintomi descritti da Augusto e l’andamento evolutivo attuale della S.M., Paolo Zamboni ne ha evidenziato la sovrapponibilità. Ha infine citato la storia di un nuovo complice della S.M., l’alterazione della circolazione venosa, citando Rindfleisch (1863), Putnam (1930), e il danese Torben Fog (1960) che evidenziarono, tutti, le lesioni a placche della S.M. prevalentemente intorno alle piccole vene, dilatate o occluse da fenomeni trombotici. Avendo ricevuto da un collega il libro del dottor Fog, Paolo Zamboni cominciò ad occuparsi, da chirurgo vascolare, della S.M., arrivando alla definizione della Sindrome da Insufficienza venosa cronica cerebrale, e alla proposta di un metodo neuroradiologico per correggere l’anomalia venosa, dopo averla documentata. L’intervento è stato concluso da un rapido aggiornamento della prossima sperimentazione del “Metodo Zamboni”. Un grande applauso è stato tributato al relatore, e al presidente d’Alessio, che ha consegnato al professor Zamboni il Service del Ferrara Host, destinato all’applicazione del metodo ad un giovane paziente. (da estense.com)